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> 102. L'Aurora della Stella del mare. Il Tempo di Maria. (Parte seconda)

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Pubblicato da in Articoli di Guido Landolina ·
Tags: Pensieri a voce alta
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Commenti di Guido Landolina alle
LEZIONI SULL'EPISTOLA DI PAOLO AI ROMANI
scritte dalla mistica  Maria Valtorta sotto dettatura dello Spirito Santo
(pubblicazione il sabato o la domenica)
(8 di 23)
CENTENARIO FATIMA 13 MAGGIO 1917-13 MAGGIO 2017
102. L'Aurora della Stella del mare. Il Tempo di Maria. (Parte seconda)
Faccio seguito al mio precedente
101. Il Giusto vive di Fede.
Riprendo e amplio qui - in questa 'Parte seconda' - il titolo e il tema che hanno formato oggetto del 'Pensiero a voce alta': 096. L'Aurora della Stella del mare. Il Tempo di Maria. (Parte prima)
Se vi è possibile vi invito anzi a rileggere la 'Parte prima'' di quel mio Pensiero per riprendere il 'filo' del discorso e perché… 'repetita juvant', ma qui vorrei aggiungere altre considerazioni.
Lo Spirito Santo, in questa attuale lezione[1] sul versetto 18[2] del Cap. 1 dell’Epistola, ricorda alla mistica di avere invitato in precedenza[3] a voler difendere l'Idea religiosa per la propria salvezza spirituale e per la propria stessa pace perché, quando un popolo diventa empio ed offende Dio, allora Questi manifesta la sua ira.
Lo Spirito Santo precisa tuttavia ora che la punizione divina non consiste tanto in calamità naturali o castighi - che pur ci possono essere - ma nell'abbandono dell'uomo a se stesso da parte di Dio.
I castighi - come ad esempio guerre ed altre calamità - sono pur sempre un richiamo paterno affinché l'uomo colpito rifletta, ne capisca la causa e si ravveda.
Quando poi l'empietà e l'ingiustizia saranno nel cuore del 99/100 dell'Umanità e persino l'abominio della desolazione di cui ha parlato il Profeta Daniele[4] sarà penetrato nella Casa di Dio, 'desolazione' - continua lo Spirito Santo - di cui non si comprende il significato ma che sarà il segno della fine, sarà allora che Dio lascerà del tuttol'Umanità a se stessa fino al momento in cui - come profetizzato nell'Apocalisse - Egli ordinerà ai suoi Angeli di aprire i sette sigilli[5], suonare le quattro trombe[6], liberare l'aquila dei tre guai e poi - vero e proprio orrore - fare dar fiato alla quinta tromba[7] onde fare aprire dal Giuda degli ultimi tempi il pozzo dell'inferno.
Lo S.S. aggiunge che è inutile che ci si chieda quando o se l'ora è già arrivata.
Lo sanno invece i profeti attuali i quali sono tuttavia vincolati al segreto.
Allora - continua lo Spirito Santo - tutta la Terra sarà sconvolta come dalle onde di un mare in tempesta e tutti gli uomini naufragheranno tranne i servi di Dio in salvo sulla barca di Pietro, fedeli al Nauta santo[8].
Sarà a quel punto che verrà l'Aurora della Stella del Mare, la quale sarà la Precorritrice al sorgere, all'apparireultimo della Stella del mattino: Gesù, la 'fulgida Stella del mattino'[9], annunciatrice del nuovo giorno, quello del Cielo.
Lo Spirito Santo dice a questo punto testualmente:
'Nella sua seconda, ultima venuta, l'Agnello di Dio, il Redentore, il Santo dei Santi, avrà per Precursore non il penitente del deserto, salato dalla macerazione e salante i peccatori per guarirli dalle pesantezze e farli agili ad accogliere il Signore, ma avrà per Precursore l'Angelo nostro, Colei che, pur avendo carne, fu Serafino, Colei in cui abbiamo fatto dimora, né più dolce e più degna potevamo averla, l'Arca dilettissima di puro oro che ancor ci contiene così come è da Noi contenuta, e che trasvolerà nei cieli, raggiando il suo amore per preparare al Re dei re la strada profumata e regale e per preparare, per generare e partorire - in un'ultima maternità - quanti più germi di viventi sono e vorranno essere partoriti al Signore... Guardate là, all'oriente dei tempi... Già sulle tenebre che coprono, sempre più folte e maledette, la Terra, si delinea un albore che più dolce non v'è. Esso è il tempo di Maria che sorge. L'estrema misericordia che il nostro Amore ha pensato per voi. Grande sarà la lunghezza del Suo cammino.
Contrastata dal suo eterno Nemico che, per essere vinto, non è meno ostinato a crucciarla e combatterla... Benedite Iddio che ha concesso alla Stella purissima di iniziare il suo cammino per attrarvi a Dio con la Dolcezza del suo amore, Salvatrice pietosa, estrema, compensante gli spiriti buoni del sempre più profondo allontanarsi da Dio, disgustato dalle colpe degli uomini'.
Ecco dunque - conclude lo Spirito Santo (che si rivolge a coloro che 'dormono' più che ai nemici aperti) -l'importanza di 'svegliarsi' e di difendere l'Idea religiosa per il loro stesso bene.
Inutile per i dormienti cullarsi nell'illusione che Dio sia loro servo, servo stolto, pronto ad intervenire quando essi si desteranno, ma quando anche per molti di loro sarà ormai troppo tardi.
Lo Spirito Santo 'valtortiano', proprio all'inizio di queste sue lezioni, ci ha messo di fronte ad un brano profetico che più misterioso non avrebbe potuto essere.
La ragione del mistero si spiega sapendo che si tratta di una profezia escatologica[10] - il cui significato è destinato a rivelarsi pienamente nel momento della sua attuazione - come ad esempio quella sopracitata del profeta Daniele.
Queste profezie ermetiche, caratteristiche dell'Antico Testamento, hanno lo scopo di 'avvertire' l'Umanità senza però dire troppo - per misericordia divina - per non far cadere in disperazione. L’errore di interpretazione è dunque sempre possibile perché in realtà è Dio che – solo – può illuminare e svelarne il segreto al momento da Lui giudicato opportuno.
Esse sono tuttavia frequenti nell'Opera valtortiana dove nella maggior parte dei casi è il Gesù della mistica - cioè il Verbo, la Parola - che le emette come la stessa Parola ne parlava agli antichi Profeti.
Tuttavia - pur rimanendo la profezia suddetta nell'ambito del mistero - noi che riflettiamo e cerchiamo la verità con spirito ed amore sincero possiamo forse tentare di avvicinarci in una certa misura e pur nel dubbio ad una loro miglior comprensione, alla luce delle meditazioni su altri brani valtortiani che trattano lo stesso argomento.
I brani della Valtorta - dove è Dio che parla alla sua piccola mistica 'voce' - vanno infatti interpretati, come ho già avuto occasione di dire, alla luce di altri brani della Valtorta, così come un articolo di una Legge, apparentemente non del tutto chiaro, va interpretato più correttamente alla luce di quello che in gergo giuridico viene chiamato 'il combinato disposto' di altri articoli della stessa Legge che ne completano il senso.
Non si tratta comunque – lo ribadisco - di una interpretazione facile ed è sempre possibile cadere in qualche errore.
Rivediamo comunque dall'inizio questa 'lezione'.
Essa va interpretata alla luce dell'Apocalisse[11] di San Giovanni apostolo nella quale si prevede un'epoca in cui l'Umanità – nella storia - si allontanerà da Dio, scendendo sempre più a fondo nelle tenebre del peccato ed aprendo così la porta a colui che nell'Apocalisse è detto essere l'Anticristo, un uomo, contraddistinto dal misterioso numero simbolico del 666.
L’Umanità (viene spiegato in un altro brano dell’Opera valtortiana con l’aiuto di un grafico a gradini che Gesù suggerisce alla mistica di disegnare)[12] era perfetta quando Adamo ed Eva erano ancora innocenti, ma dopo il Peccato originale essi si corruppero e generarono, insieme al buono Abele, l’assassino Caino.
Poi si corruppe sempre più scendendo sempre più in basso nei secoli sinché Dio non mandò il Diluvio per distruggerla salvandone solo una minima parte, Noè e la sua famiglia, per rigenerare da quel pollone una ‘pianta nuova’.
Anche quest’ultima però si corruppe nei secoli e scese molto in basso quasi verso l'Inferno ma – grazie ai meriti dei giusti dell’Antico Testamento - essa risalì fino al punto in cui Gesù la trovò al momento della sua Incarnazione.
Ci fu quindi a questo punto un’epoca gloriosa, quella dei tempi successivi alla Redenzione e alla fondazione della Chiesa, l’epoca dei primi martiri cristiani, dopo la quale, però, l’Umanità riprese a discendere per gradini successiviintercalati da stasi  e da ‘conati’ di elevazione.
La vita dello spirito, della morale, della fede e della religione decrebbero e al momento in cui la mistica scriveva queste parole di Gesù, cioè nel 1945, l’Umanità si trovava poco al di sopra della soglia dell’Inferno.
Se nel 1945 eravamo 'poco al di sopra della soglia dell'Inferno', dove saremo ormai ora, nel 2017?
Non credo che da allora ai nostri giorni l’Umanità sia migliorata, anzi…
Tremendo! Ma non è difficile crederlo per chi si tiene anche mediamente informato sul come vanno le cose del mondo d’oggi: televisione e stampa sono prodighi di particolari e siate certi che non dicono che il minimo, rimanendo il peggio del tutto coperto se non addirittura tenuto coscientemente ben nascosto.
Per di più - dal punto di vista della Chiesa cattolica e anche cristiana in genere - stiamo vivendo come detto e ribadito una stagione di tremenda Apostasia, cioè abbandono della fede, precipitati in una mentalità materialista e… 'laicista' avversa al Cattolicesimo al punto che insigni uomini di Chiesa non si vergognano nemmeno a negarel'avvenuta Resurrezione reale di Gesù Cristo (considerato - come già precedentemente detto - un 'uomo', saggio ma pur sempre 'uomo') attribuendola ad una credenza di fede dei primi cristiani.
L'Umanità, preciso ancora io, secondo il testo letterale dell'Apocalisse di 2000 anni fa, avrebbe attraversato - dopo avere abbandonato Dio ed essere a sua volta da Lui abbandonata a se stessa - una fase dolorosissima, la cosiddetta Grande Tribolazione, con la distruzione di un parte considerevole di essa[13].
Siamo oggi in epoca di possibili guerre atomiche, con bombe ai neutroni e armi batteriologiche, insomma tutte armidi distruzioni di massa, e questa è una prospettiva che fa tremare vene e polsi per cui ci verrebbe la tentazione di interpretare il brano dell’Apocalisse in maniera simbolica - magari spirituale - il che però è ancor peggio visto che in ballo c'è non una vita in terra magari centenaria ma la Vita eterna.
Sarà appunto quello il periodo del Regno dell'Anticristo, regno breve ma orrendo, nel corso del quale la Chiesa verrà terribilmente perseguitata.
E’ noto peraltro a chiunque legga i giornali – che stranamente sembrano mettere però in sordina le notizie che parlano di eccidi di cristiani e sacerdoti - che i cristiani, già ora, sono i più perseguitati al mondo.
Sarà però – quello della persecuzione e della massima perversione - anche il momento in cui i 'buoni' - rimasti fedeli all'Idea religiosa, alla Chiesa, i buoni in terra e a maggior ragione i santi in Cielo - chiederanno misericordia a Dio.
Il Verbo, il Verbo Umanato in Gesù Cristo, deciderà allora di rispondere alle loro preghiere e intervenire.[14]
Si manifesterà in qualche modo che non sappiamo ma che lo renderà riconoscibile da tutti, sconfiggerà grazie a Maria SS., l'Anticristo ed i suoi seguaci che verranno cacciati all'Inferno e - trascorsi ormai a questo punto due 'tempi'della storia dell'Umanità, cioè duemila anni dalla sua Incarnazione e Redenzione – il Verbo-Gesù instaurerà finalmente nel ‘terzo tempo’, cioè in questo terzo millennio, in maniera progressivamente sempre più completa il Suo Regno in terra, nel cuore degli uomini[15].
In sostanza - mi spiego meglio - come Gesù Cristo è rimasto due giorni nella tomba per risorgere nel terzo giorno,così l’Umanità – specie cristiana che dopo averlo conosciuto ha rifiutato e anzi ripudiato Gesù – ripercorrerà misticamente le sofferenze e la strada del Redentore, soffrendo per due ‘giorni’ e cioè due millenni, per risorgere nel ‘terzo giorno’, e cioè nel terzo millennio, che sarà quello della instaurazione piena, anche se suppongo graduale, del Regno di Dio in terra.
L'Anticristo verrà dunque sconfitto in quella che nell'Apocalisse viene chiamata battaglia di 'Armagheddon', battaglia spirituale, e Satana (che non va confuso con l'Anticristo il quale non è - come si vorrebbe far credere -  un generico 'principio spirituale del male' atto ad indicare un periodo di tempo ‘anticristico’, ma sarà invece un uomo vero e proprio, come del resto precisato nell'Apocalisse) verrà relegato all'inferno per un periodo di tempo che - sempre nell'Apocalisse e ripetuto per ben sei volte consecutive in pochi versetti - viene quantificato in 'mille anni', numero forse da intendere in maniera simbolica per significare un lunghissimo periodo di tempo[16].
Con l'inizio di tale periodo l'Umanità - consapevole che la precedente immane distruzione sulla faccia della Terra era dipesa dall'aver essa rinnegato Dio e dall'aver quindi Dio abbandonato l'uomo alla sua libertà e volontà - si batterà il petto riavvicinandosi a Lui.
Essa - messa finalmente al riparo dalle tentazioni di Satana (in quanto, dice l’Apocalisse, 'incatenato' dagli Angeli del Signore) potrà aprirsi a Dio consentendo l'instaurazione in terra del Suo Regno nei cuori.
Essa potrà così dimostrare al Signore – senza più le tentazioni di Satana temporaneamente ‘incatenato’ -  quanto essa saprà amarlo, pur dovendo combattere ancora - se non più contro le tentazioni di Satana - contro i propri 'fomiti', cioè gli 'istinti' egoistici, ed altri ancora, ereditati con la riproduzione della specie umana come 'conseguenza' del Peccato originale, conseguenze che caratterizzeranno l’Umanità sino alla fine della Storia.
Sarà quello il Regno dello Spirito, cioè - ripeto - il periodo della realizzazione completa di quel Regno di Dio in terra di cui si chiede l'avvento nella Preghiera del 'Padre Nostro'.
Dice infatti a questo riguardo il Gesù 'valtortiano' alla nostra grande mistica, in un brano (attenzione, era un Dettato del 1943, con l'Italia in piena seconda guerra mondiale) per alcuni aspetti di non facile interpretazione che vi resterà tuttavia più chiara grazie ai miei precedenti e successivi chiarimenti: [17]
^^^^
Dice Gesù:
«Non è nel senso con cui tu lo intendi. Verrà l’ora della pace e del perdono anche per voi Italiani, verrà l’ora in cui tornerete a stringere alleanza col Signore dopo essere stati nelle mani di Satana che vi ha strapazzati come foste una matassa di filo nelle mani di un pazzo furente. Ma le parole[18] di Gioele (cap. II, v. 18-32) non sono dette particolarmente per questo o per quel popolo.
Esse sono per il mio popolo, per il popolo dell’Unico, Vero, Grande Re: del Signore Iddio vostro, Uno e Trino, Creatore e Redentore del genere umano. Quel periodo di benessere di cui parla Gioele è l’anticipato annunzio di quanto molto tempo dopo parla Giovanni[19] nel suo Apocalisse.
Dopo le guerre tremende che Satana avrà portato alla Terra attraverso al suo Messo di tenebre: l’Anticristo,verrà il periodo della tregua in cui, dopo avervi mostrato con la cruenta prova di che doni può esser autore Satana, cercherò di attirarvi a Me colmandovi di doni miei.
Oh! i miei doni! Saranno la vostra dolcezza! Non conoscerete fame, stragi, calamità. I vostri corpi e più le vostre anime saranno pasciute dalla mano mia, la Terra sembrerà sorgere per una seconda creazione, tutta nuova nei sentimenti che saranno di pace e concordia fra i popoli e di pace fra Cielo e Terra, perché farò dilagare su voi lo Spirito mio che vi penetrerà e vi darà la vista soprannaturale dei decreti di Dio.
Sarà il Regno dello Spirito. Il regno di Dio, quello che voi chiedete - e non sapete ciò che chiedete perché non riflettete mai - col Pater noster.
Dove volete che avvenga il Regno di Dio se non nei vostri cuori? È da lì che deve iniziarsi il Regno mio sulla Terra. Regno grande, ma sempre limitato.
Dopo verrà il Regno senza confini né di terra, né di tempo. Il Regno eterno che farà di voi degli eterni abitatori dei Cieli, poiché, è naturale, Io parlo a coloro che sono miei sudditi e non ai reprobi che hanno già il loro re orrendo: Satana.
Il vostro Dio opererà tutti i prodigi per attirare a Sé il maggior numero di viventi, perché Io sono Dio di Misericordia, di Perdono e di un Amore così infinito che per quanto possiate studiarvi e comprenderne la misura non lo potete fare. Quello che voi credete sia l’infinità del mio amore per voi, è come sassolino minuto del greto di un rio rispetto ad una intera catena montana, le cui basi dividono i continenti e le cui cime si fasciano nelle nubi.
Ma credi tu che tanti prodigi di Amore e tante luci di Spirito convertiranno gli uomini al loro Dio Eterno?Disilluditi. Se verso poveri animali privi di ragione Io usassi le cure che userò con voi per i bisogni dei vostri corpi - solo queste - essi animali coi loro linguaggi informi loderebbero Me dall’alba al tramonto, e se sapessero dove trovarmi si partirebbero da tutte le parti del globo per venire a ringraziare il loro benefico Tutore. Ma gli uomini no.
Nella quasi totalità assolutamente sordi alle voci e ai doni spirituali, e quasi del tutto sordi ai doni corporali, in luogo di riconoscere la mia Bontà e di amarmi per riconoscenza, approfitteranno del benessere che darò loro per discendere sempre più nell’abisso che a loro piace, dove, come immonde bestie in un pantano, si avvoltolano e li attendono ciò che seduce i nove decimi dell’umanità: libidine, lussuria, frode, violenza, ladrocinio, eresia, superstizione e altre corruzioni del senso e della mente, tanto orrende che pare impossibile agli onesti possano essere vere, ma vere sono e fanno arrossire i Cieli e sollevare con moto di sdegno la nostra Divinità.
Non la paterna elargizione di doni e non i terrorizzanti segni del cielo saranno capaci di fare dei viventi in quel tempo dei figli di Dio.
E allora verrà il mio giorno grande e terribile.
Non giorno di ventiquattro ore. Il mio tempo ha diversa misurazione. È detto “giorno” perché nel giorno si opera, e Io in quel tempo opererò. Opererò l’estrema selezione dei viventi sulla terra. Ed essa avverrà nell’ultimo scatenamento di Satana.
Allora si vedranno coloro che hanno in essi il Regno di Dio e coloro che hanno il regno di Satana. Poiché questi ultimi con bocca, atti, e soprattutto con cuore blasfemo commetteranno gli ultimi spregi alla mia Legge e gli estremi sacrilegi verso Dio, mentre i primi, i figli e sudditi del Signore - mentre l’ultima battaglia percuoterà la Terra con un orrore indicibile - si aggrapperanno alla mia Croce, invocheranno il mio Nome che salva; e la mia venuta di Giudice non li atterrirà, ma anzi sarà il loro giubilo poiché i fedeli sono i salvati, quelli che Gioele chiama gli “avanzi”[20] del Signore, ossia coloro che restano al Signore dopo le rapine di Satana.
Benedetti, benedetti, benedetti in eterno questi miei figli. Di loro è l’eterno Paradiso. Uniti ai fedeli al Signore di tutti i tempi, possederanno Iddio il cui possesso è beatitudine eterna.»
^^^^
Satana - sconfitto - verrà dunque, come dice l'Apocalisse, rinchiuso nell'Inferno[21].
Ma non ancora definitivamente, perché - come si evince anche da altri brani valtortiani - prima dovrà sottostare al Giudizio Universale con tutti i suoi demoni e i suoi dannati e dovrà inginocchiarsi davanti al Gesù glorioso.
Quindi dopo la sconfitta finale, chiuso nell’Inferno, dovrà aspettare per secoli il ritorno del Cristo glorioso sulla terra informe e vuota e la risurrezione di tutti i morti, anche dei suoi dannati.
Infine, dopo il giudizio, dannati e demoni verranno rinchiusi per sempre nell’Inferno e non ne potranno mai più uscire in eterno.
Alla fine del mondo, ma dopo il Giudizio Universale - non ci sarà più né Limbo né Purgatorio - ma solo due Regni, cioè il Paradiso e l'Inferno, per l'Eternità.
La battaglia - nel corso della Storia - di Armagheddon, con il relativo corollario di fatti, è peraltro a mio avviso una sorta di profezia ripetitiva, nel senso che a comportamenti simili dell'Umanità nella sua storia vi saranno reazionisimili da parte di Dio: Armagheddon nel corso della storia è insomma una anticipazione, una 'figura', della guerra di Gog e Magog alla fine della Storia, così come il Regno di Dio in terra è figura e anticipazione di quello successivo in Cielo.
E' dunque in questo quadro da me sopra delineato che bisogna - a mio avviso - interpretare escatologicamente la spiegazione dello Spirito Santo alla mistica Valtorta, senza confondere gli orrori dell'epoca dell'Anticristo con quelli che si manifesteranno alla fine del mondo provocati da un intervento diretto di Satana.
Errore è quello dei teologi che - interpretando superficialmente i tempi dell'Apocalisse e la figura dell'Anticristo-uomo nel corso della storia come allegoria di Satana alla fine del mondo - confondono la sconfitta dell'Anticristo nella battaglia di Armagheddon (con due bestie-demoniache che coadiuvano lui ed il Falso Profeta) con quella di Satana alla fine del mondo che avviene invece alla conclusione della battaglia finale di Gog e Magog[22].
Ci sono vari indizi che ci consentono di comprendere ancor meglio come il suddetto brano della 'Lezione' - relativo agli orrori contestuali alla manifestazione dell'Anticristo - si riferisca ad una fase intermedia della storia dell'Umanità e come dunque tale manifestazione non debba essere confusa con quella della fine del mondo.
Da un altro brano dell’Opera valtortiana si evince che la seconda venuta del Signore è cominciata con la Resurrezione ed avrà il suo culmine con il Giudizio universale che tuttavia non sappiamo quando avverrà.
Ribadisco ancora qui, per la loro grande e vitale importanza, concetti già espressi.
La ‘seconda venuta’ non è di là da venire ma è in corso perché, per Dio che vive nell’Eternità, il tempo è un eterno ‘presente’.
Stiamo dunque oggi vivendo nel periodo della seconda venuta, cioè gli ultimi tempi, per quanto la fine del mondo possa tardare ancora moltissimo.
Il Giuda degli ‘ultimi tempi', di cui parlava Gesù più sopra, sembrerebbe dunque essere l'Anticristo, cioè un uomo che - come il primo Giuda - combatterà Gesù tradendolo dall'interno della stessa Chiesa.
La dizione 'ultimi tempi' del Gesù valtortiano – in pieno stile profetico - va però anche intesa con doppio senso come gli 'ultimi tempi' di un'era dopo la quale se ne aprirà un'altra: quella appunto già menzionata del Regno di Dio in terra nel cuore degli uomini.
I cristiani rimasti fedeli nella fede dovranno in quel periodo tumultuoso aggrapparsi ai bordi della barca della Chiesa, rimanendo fedeli al Papa, e sarà a quel punto che in soccorso della Chiesa verrà la Donna dell'Apocalisse con la sua corona di dodici stelle, la Stella del mare, vale a dire Maria SS., Regina deli Angeli e dei Santi, la quale verrà come Condottiera delle schiere celesti per sconfiggere le turbe sataniche consentendo l'instaurazione del Regno di Dio in terra.
E' infatti sempre Lei la Nemica principale di Satana, al quale il Dio nella Genesi biblica - maledicendolo dopo il Peccato originale dei due Progenitori - preannuncia una Donna che nel futuro gli avrebbe schiacciato il capo: la Madre cioè di Gesù, Verbo incarnato
La Donna dell'Apocalisse, sarà l'Aurora che come Precorritrice precede il giorno della Stella del mattino, vale a dire di Gesù.
Avevo dianzi detto che i brani misteriosi della Valtorta vanni interpretati e spiegati alla luce di altri brani della stessa.
Ebbene venti anni fa stavo meditando su alcune parole di un 'Dettato' di Gesù a Maria Valtorta:
'...Ora il Padre è stanco, e a far perire la razza umana lascia che si scatenino i castighi dell'inferno, perché gli uomini hanno preferito l'inferno al cielo e il loro dominatore: Lucifero, li tortura per spingerli a bestemmiarci per farne dei suoi completi figli...' .
Mi era allora venuto alla mente - in merito a questa predizione catastrofica, direi 'apocalittica' - un altro brano di Dettato che la Valtorta aveva scritto, sempre sotto 'dettatura', due anni più tardi.[23]
In quest'ultimo brano, in una visione sulla vita pubblica di Gesù, la Valtorta lo vede nell'Uliveto.
E' il giorno successivo al trionfo di quella che noi cristiani chiamiamo 'Domenica delle Palme', e più precisamente il Lunedì notte prima della Pasqua, cioè prima del Sacrificio.
Gesù evidentemente è triste perché Egli 'sa già' quello che sta per succedere: cioè la sua cattura, condanna e crocifissione.
E mentre gli apostoli - dopo il trionfo di Gesù nella giornata delle Palme - commentano soddisfatti fra di loro che Gerusalemme in questa Pasqua è piena di gente accorsa 'al rito' più che altre volte, Gesù - come se recitasse un 'salmo' (e parafrasando  il profeta Ezechiele 39.17) - dice:
'Radunatevi, affrettatevi, accorrete da ogni parte alla mia vittima che immolo per voi, alla grande Vittima immolata sui monti d'Israele, a mangiare la sua Carne, a bere il suo Sangue'.
'Ma quale vittima? Quale? Tu sembri uno che sia preso da una follìa fissa. Non  parli che di morte...  e ci addolori...' gli  risponde  con veemenza l'apostolo Bartolomeo[24] che, ancora molto umano come gli altri apostoli prima della Crocifissione, non voleva sentire parlare - in quel tripudio di folla dove tanti osannavano Gesù - di presagi funesti.
In realtà Gesù cercava di 'preparare' gli apostoli a quello che sarebbe di lì a pochi giorni successo e che Egli aveva già ripetutamente annunciato ma che essi non volevano capire o tendevano a 'rimuovere' dalla loro coscienza perché lo consideravano un 'cattivo pensiero' o comunque non volevano che si avverasse.
Gesù rimprovera allora Bartolomeo perché egli, dotto ed esperto delle Scritture, avrebbe dovuto sapere quale sorte era riservata al Redentore e non illudersi - come gli altri apostoli - che la sua predicazione avrebbe sempre più convinto il mondo a seguirlo ed amarlo.
«'No! - dice Gesù parafrasando ancora i profeti Ezechiele, Osea e Daniele - solo dopo che questa Terra avrà peccatocontro di Me, e ricordate che sono parole del Signore al suo profeta, solo dopo, il popolo, e non solo questo singolo, mail grande popolo di Adamo comincerà a gemere: "Andiamo al Signore. Lui che ci ha feriti ci guarirà".
E dirà il mondo dei redenti: "Dopo due giorni, ossia due tempi dell'eternità, durante i quali ci avrà lasciato in balìa del Nemico che con ogni arma ci avrà percossi e uccisi come noi percotemmo il Santo e lo uccidemmo - e lo percotiamo e lo uccidiamo perché sempre vi sarà la razza dei Caini che uccideranno con la bestemmia e le male opere il Figlio di Dio, il Redentore, scagliando frecce mortali non sulla sua eterna glorificata Persona, ma sulla loro anima da Lui riscattata, uccidendola, e uccidendo perciò Lui attraverso le loro anime - solo dopo questi due tempi verrà il terzo giorno e risusciteremo al suo cospetto nel regno di Cristo sulla Terra e vivremo dinanzi a Lui nel trionfo dello spirito.
Lo conosceremo, impareremo a conoscere il Signore per essere pronti a sostenere, mediante questa conoscenzavera di Dio, l'estrema battaglia che Lucifero darà all'uomo prima dello squillo dell'angelo della settima tromba che aprirà il coro beato dei santi di Dio, dal numero perfetto in eterno - né il più piccolo pargolo né il più vecchio vegliardo potrà mai più essere aggiunto al numero - il coro che canterà: 'Finito è il povero regno della Terra. Il mondo è passato con tutti i suoi abitanti davanti alla rassegna del Giudice vittorioso. E gli eletti sono ora nelle mani del Signor nostro e del suo Cristo, ed Egli è il nostro Re in eterno. Lode al Signore Iddio Onnipotente che è, che era e che sarà, perché ha assunto il suo gran potere ed è entrato nel possesso del suo regno'. Oh chi fra voi saprà ricordare le parole di questa profezia, già suonante nelle parole di Daniele, con velato suono, ed ora squillata dalla voce del Sapiente davanti al mondo attonito e a voi, più attoniti del mondo?!»
Ecco cosa mi fa riflettere: nel precedente primo Dettato della Valtorta al quale avevo accennato, Gesù dice che il Padre è stanco e a far perire la razza umana lascia che si scatenino i castighi dell'inferno e di Lucifero, preferito al Cielo e diventato 'Dominatore' degli uomini', nel secondo Dettato Gesù dice che solo 'dopo' che la terra avrà 'peccato' contro di Lui (cioè - interpreto io - dopo che lo avrà crocifisso commettendo un deicidio) solo dopo due 'giorni', ossia due 'tempi' durante i quali il popolo dei 'redenti' è rimasto in balìa del Nemico che colpirà gli uomini così come essi hanno 'colpito' il Santo con i loro peccati, solo 'dopo questi due tempi' verrà per gli uomini il terzo 'giorno' quello di una 'resurrezione' spirituale.
Dopodiché - interpreto sempre io - conosciuto meglio in questo terzo 'tempo' il Signore, il popolo dei 'redenti' sarà pronto - grazie a questa 'vera' conoscenza di Dio - a sostenere la battaglia finale contro Lucifero e dopo questa battaglia finirà il mondo e tutti i suoi abitanti saranno giudicati dal Giudice vittorioso che sceglierà i suoi 'eletti' per l'eternità...
Mi ero detto che questa del Gesù della mistica Valtorta era una 'profezia' del genere detto 'escatologico', e cioè di quelle che rivelano in particolare gli 'ultimi tempi' che però - fortunatamente - uno non sa mai come interpretare, nel senso che - come un responso della Sibilla cumana - i 'tempi' o i 'giorni' potrebbero significare periodi di diecimila come centomila anni, cioè tempi indefiniti...
Fin qui, comunque, tutto chiaro... nell'oscurità della profezia, ma c'era anche un'altra frase - con cui il Gesù della Valtorta 2000 anni fa aveva concluso la suddetta profezia - che mi aveva lasciato perplesso:
«La venuta del Re - continuerà il mondo gemente nelle sue ferite e chiuso nel sepolcro, mal vivo e mal morto, chiuso dal suo settemplice vizio e dalle sue infinite eresie, l'agonizzante spirito del mondo chiuso, coi suoi estremi conati, dentro l'organismo, morto lebbroso per tutti i suoi errori - la venuta del Re è preparata come quella dell'aurora e verrà a noi come la pioggia di primavera e di autunno. L'aurora è preceduta e preparata dalla notte. Questa è la notte. Questa di ora...»  
Meditandovi, mi ero allora dato la seguente spiegazione.
I due 'tempi' sono i due millenni. Il terzo rappresenta il prossimo della nuova Era.
I primi due millenni, che precedono il terzo millennio (dopo Cristo), sono la Notte di ora alla quale segue l'Aurora (cioè il terzo millennio) che è il Tempo del Signore, prima che Satana scateni la sua ulteriore battaglia alla fine della quale ci sarà la fine del mondo e poi, al giusto tempo, il Giudizio: Gesù Giudice e Re, i salvati popolo Suo.
Il terzo 'millennio' sarà quindi il tempo di Cristo sulla terra: il Regno di Dio in terra, nel Trionfo del Cuore Immacolato di Maria.
 
Sommario
dei 'Pensieri a voce alta' (dal n. 095 al 117) che - con frequenza il sabato o la domenica - vengono di volta in volta inseriti nella Sezione 'Pensieri a voce alta' del mio Sito (QUI), da dove  potranno essere liberamente scaricati, come pure su Gloria.tv. (QUI)

095. Pensiero introduttivo.
096. L'Aurora della Stella del mare. Il Tempo di Maria. (Parte prima)
097. San Paolo. Alcuni episodi salienti della sua vita avventurosa.
098. Paolo: ebreo, israelita, ardente nelle pratiche mosaiche e
farisaiche, fanatico, intransigente sino all'ingiustizia…
099. Pentecoste. La discesa dello Spirito Santo nel Cenacolo su Maria S.S. e sugli Apostoli.
100. La doppia natura di Gesù, vero Dio e vero Uomo.
101. Il Giusto vive di fede.
102. L'Aurora della Stella del mare. Il Tempo di Maria. (Parte seconda)
103. La 'seconda venuta'. «Quando verrò?... Verrò…! Non avrò nuova carne poiché ne ho già una perfetta… Evangelizzerò, non come evangelizzai, ma con forza nuova…»
104. La negazione del Dio Creatore e l'Evoluzionismo.
105. I negatori dell'Eucarestia ed i satanisti… 'credenti'.
106. Le 'anime-vittima' per la salvezza del mondo.
107. Non giudicare!
108. Le tribolazioni e l'angoscia del grande peccatore in vita e le
pene dell'inferno.
109. Le quattro dimore dell'Aldilà. Paradiso, Inferno, Purgatorio e Limbo.
110. Dio vuole la circoncisione dei cuori e di fronte ai ministri boriosi
che ostentano sapienza prende dei 'laici' che - pur essendo umili ed ignoranti - diventano 'sapienti' per ispirazione diretta di Dio che li istruisce.
111. Tutti gli uomini peccano perché non hanno il 'Timor di Dio'.
112. Prima ancora che Dio creasse, Egli aveva già in mente il Peccato della futura Umanità e il rimedio per salvarla, appunto il 'Verbo-Dio-Uomo crocifisso': la vittima sacrificale.
113. E' per la sua fede in Dio e non per la circoncisione fisica che
Abramo ricevette la promessa di una discendenza numerosa fra circoncisi ed incirconcisi.
114. Maria S.S., l'Arca dilettissima di puro oro che ancor ci contiene così come
è da Noi contenuta….
115. La scala ascensionale della Creazione, la cui perfezione è Gesù
Cristo, l'Uomo-Dio, che unisce in Sé la natura divina e quella umana.
116. Il mio Essere si estende su tutto l'Universo. La mia Luce bagna di Sé gli astri, i pianeti, i mari, le valli, l'erbe, gli animali. La mia Intelligenza corre per tutta la Terra, istruisce i lontani, dà a tutti un riflesso dell'Alto, educa alla ricerca di Dio. La mia Carità penetra come il respiro e conquista i cuori.
117. Porrò il mio Arcobaleno fra le nubi… e mi ricorderò del mio Patto…

[1] M.V. - 'Lezioni sull'Epistola di Paolo ai Romani' - 6.01.48 - Centro Ed. Valtortiano
[2] Rm Cap. 1, v. 18: 14 Io son debitore ai Greci e ai Barbari, ai sapienti ed agli ignoranti, 15 quindi (quanto a me) sono pronto ad annunziare il Vangelo anche a voi che siete in Roma. 16 Perché io non mi vergogno del Vangelo, virtù di Dio a salvezza d’ogni credente, prima del Giudeo, poi del Greco. 17 In esso infatti si manifesta la giustizia di Dio che vien dalla fede e tende alla fede, come sta scritto: Il giusto vive di fede. 18 Or l’ira di Dio si manifesta dal cielo contro ogni empietà ed ingiustizia degli uomini che soffocano la verità di Dio nell’ingiustizia, 19 perché ciò che può conoscersi di Dio è in essi manifesto, avendolo Dio loro manifestato.
[3] In precedenza…: cioè in una sua Lezione del 4.1.48 (Rm 1, 17)
[4] Daniele 9,20-27; Matteo 24, 15-25; Marco 13, 14-23
[5] Ap 5, 6
[6] Ap 8, 1-12
[7] Ap 9, 1-12
[8] N.d.A.: da intendersi come il conduttore della 'Barca', il Capo in terra della Chiesa
[9] Ap 22, 16
[10] N.d.A. Escatologica, che riguarda cioè il futuro del'uomo e i tempi 'ultimi' della storia dell'Umanità
[11] Ap 6;  8,6-11;  8,13;  9,1-12;  9, 1-12;  10, 1-7;  2,28;  22, 16;  12; 7, 1-8;
[12] M.V.: ‘I Quaderni del 1945/50’ – Ed. 2006 – Dettato 7.12.45, pagg. 107/110 – C.E.V.
[13] Ap 8, 13-20
[14] Ap 19, 11-21
[15] Ap 20, 1-6
[16] Ap 20, 1-6
[17] M.V.: 'I Quaderni del 1943' - 16.9.43 - Centro Editoriale Valtortiano
[18] parole che nella neo-volgata corrispondono a Gioele 2, 18-27; 3, 1-5.
[19] parla Giovanni presumibilmente in Apocalisse 20, 1-6.
[20] "avanzi" secondo l'antica volgata, "superstiti" nelle nuove versioni (Gioele 3, 5).
[21] Ap 20, 10
[22] Ap 20, 7-10
[23] M.V. 'Il Poema dell'Uomo-Dio' - Vol. IX, Cap. 12°, pag. 102/108 - Centro Ed. Valtortiano (ora nella nuova Edizione: 'L'Evangelo come mi è stato rivelato': Vol. IX, Cap. 593, pagg. 371/377                                                                         
[24] N.d.A.: Bartolomeo, detto anche Bartolmai o Natanaele



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