Pensieri a voce bassa
di Guido Landolina
1.2.2018
Il testo integrale del 'Pensiero' è leggibile e scaricabile in pdf. dal mio sito internet cliccando su:
oppure da Gloria.tv:
1.2.2018
1012. IL SECONDO DISCORSO DELLA MONTAGNA: IL DONO DELLA GRAZIA E LE BEATITUDINI.
(Prima parte di due)
Care amiche ed amici,
con il mio 'Pensiero a voce bassa' n.1010 del 1.1.2018 vi avevo inviato il Sommario, la Presentazione e l'Introduzione relative al mio commento sul 'Discorso della Montagna… in sette giorni'.
Con il successivo Pensiero 1011 del 15.1.2018 sul Primo 'Discorso della montagna', commentato alla luce del Vangelo di Matteo ma integrato dalle rivelazioni e visioni della mistica Maria Valtorta (QUI), vi avevo fra l'altro parlato dell'esigenza - in primissimo luogo da parte dei sacerdoti e dei vescovi, cioè la Chiesa 'docente', ma poi anche di tutti i cristiani della 'Chiesa militante' in genere - di saper essere 'sale della terra' e 'luce del mondo'.
Il tutto nel quadro del ruolo - nella Chiesa e nella Storia - dei futuri vescovi e sacerdoti, con un terribile e ripetuto … 'tre volte guai' di Gesù a chi di loro avesse tradito lo spirito del Vangelo compromettendo la salvezza delle anime a loro affidate.
Non ritornerò dunque su questi concetti ma affronterò ora - in una trattazione suddivisa in due parti, di cui questa è solo la prima - il tema del dono della Grazia e le Beatitudini.
Perché il Gesù delle visioni della mistica Maria Valtorta ha voluto dedicare ben due discorsi su questo tema, in due giornate successive?
Perché evidentemente si tratta di una dottrina estremamente importante.
Non entrerò qui nel tema della Grazia e di cosa essa sia perché verrà approfondito nel testo integrale di questo mio 'Pensiero' che troverete, da leggere o scaricare, in versione pdf come sopra segnalato.
Dico solo che quando si sente parlare di Grazia - sia in chiesa che nei libri dei teologi - non di rado si rimane sulle generali, oppure si entra nei 'tecnicismi teologici' con il risultato di discorsi 'fumosi' spesso incomprensibili ai non 'dotti', cioè ai più.
Qui il tema viene affrontato da Gesù stesso, con dovizia di particolari ma con una semplicità e sapienza che sbalordisce, e tale da farci capire che anche quando crediamo di essere 'in Grazia' e ci avviciniamo a questa sempre più maltrattata Eucarestia, che è Gesù in Corpo-Sangue-Anima e Divinità, dovremmo vergognarci e fare affidamento sulla Sua Misericordia perché Egli ci accetti così come siamo, con i nostri limiti.
Ciò non vuole dire però scoraggiarci dall'avvicinarci all'Eucarestia (perché è chiaro che questa sarebbe un'astuta tentazione del Nemico per dissuadercene) ma solo sapere quanto sia grande l'Amore di Gesù - che è 'Dio-Purezza Assoluta' che come tale accettò di incarnarsi solo in una Vergine Immacolata perché preservata dal Peccato d'origine - che accetta anche di scendere eucaristicamente in un cuore che, per quanto lo pensiamo 'puro' perché debitamente confessato, rivelerebbe la stessa impurità di una limpida goccia d'acqua - piena di batteri, altri organismi e sostanze di vario genere - se questa fosse esaminata sotto la lente di un microscopio elettronico, pallida idea di quello che è l'Occhio divino.
Tuttavia, Grazia a parte, c'è un aspetto sul quale vorrei attirare la vostra attenzione: quello della povertà economica, che pare quasi essere il primo punto della Predicazione ed attività della Chiesa odierna.
E' chiaro che un buon cristiano dovrebbe sempre preoccuparsi di soccorrere i poveri, specie se il Signore talvolta glieli mette davanti, e non è certo una buona scusante quella per cui ci assolviamo dalle nostre inadempienze chiudendo gli occhi su quei poveri che per fame autentica frugano nei 'cassonetti' ai mercati.
Ci diciamo spesso che c'è sempre la 'Charitas' ecclesiastica, come pure ci sono gli aiuti della Stato, peraltro del tutto insufficienti, o del tutto forse eccessivi come quelli per 'immigrati', eccessivi non perché superflui ma perché mal spesi in quanto ormai tutti sappiamo che spesso finiscono in buona parte in altre 'tasche' che ne fanno un 'business'.
La Beatitudine evangelica di cui parla sinteticamente Matteo e poi qui, in maniera molto più ampia, il Gesù valtortiano non è tuttavia quella 'politico-pauperista' rivendicata dalla cosiddetta 'Teologia della Liberazione' sudamericana (oggi così di moda anche in Europa, ma già condannata in passato dalla Chiesa come eretica) ma è quella dei 'poveri di spirito'.
Chi sono i 'poveri di spirito' delle Beatitudini?
Non sono i poveri 'materiali' - che per amor cristiano o anche semplicemente umanitario vanno ovviamente aiutati - ma sono quelli che - pur ricchi materialmente - sanno distaccarsi dalle ricchezze, non farsene schiavi, utilizzarle non solo per sé ma anche a fin di bene per gli altri.
Ricchezze ed attaccamenti che possono essere anche di vario genere, come onori 'politici', 'culturali', di 'immagine', e altro ancora.
E' un vero 'povero di spirito' chi invece è capace di essere 'attaccato' solo a Dio in funzione del quale vive.
Il Lazzaro dei Vangeli era ricchissimo da far paura, ma pur proprietario di una bellissima dimora, anzi di più sontuose dimore', viveva sobriamente e dava lavoro e giusta retribuzione a moltissime famiglie che lavoravano per lui o nelle sue proprietà agricole e commerciali in Israele e fuori Israele.
Si può arrivare all'apparente assurdo che - così come vi può essere un ricco di ricchezze materiali che è 'povero di spirito', cioè distaccatodalle sue ricchezze che usa con parsimonia per sé ma anche per il bene comune - vi può essere un vero povero 'materiale' che è tutt'altro che un 'povero di spirito', anzi è un 'ricco di spirito', perché - non accettando con rassegnazione la sua povertà - per invidia finisce invece per odiare il ricco, fino a volerne il male e pensare persino di ucciderlo per appropriarsi delle sue ricchezze.
Anche il solo pensarlo senza farlo è un grave peccato, perché anche il solo 'pensiero' di un atto voluto - ci viene insegnato - non è altro che un atto… trattenuto, e di per sé colpevole.
Così come - ad esempio - si può compiere adulterio pensando di volerlo fare pur senza averlo potuto mettere in pratica.
Un altro apparente 'assurdo', tuttavia, è che persino ricchezze mal guadagnate, come quelle dei pubblicani Matteo e Zaccheo, possono servire ad una propria 'santificazione' se messe a disposizione in tutto o in parte per i bisognosi.
La realtà quotidiana ci mette continuamente a contatto con situazioni di mancanza di 'povertà di spirito', una realtà che non riguarda solo i rapporti fra individui e individui ma anche fra nazioni e nazioni e scatena guerre con milioni di morti e miserie infinite.
Termino tuttavia questa mia 'Introduzione per non lasciarvi il piacere - almeno credo - della lettura del 'Pensiero' in versione integrale pdf.