DI GUIDO LANDOLINA
Commenti di Guido Landolina alle
LEZIONI
SULL'EPISTOLA DI PAOLO AI ROMANI
scritte
dalla mistica Maria Valtorta sotto
dettatura dello Spirito Santo
(pubblicazione
il sabato o la domenica)
(15 di 23)
CENTENARIO FATIMA 13
MAGGIO 1917-13 MAGGIO 2017
109. Le quattro dimore dell'Aldilà.
Paradiso, Inferno, Purgatorio e Limbo.
Faccio seguito al mio precedente
108. Le tribolazioni e l'angoscia del grande peccatore in
vita e le pene dell'inferno.
Lo Spirito Santo valtortiano, nella
lezione del 16.1.48[1],
commenta il versetto 12 del Cap. 2 della sua Epistola ai romani:[2]
San Paolo - ve ne sarete già accorti
e ancor più lo vedrete nel seguito della lettura confrontando i suoi versetti
con le spiegazioni semplici e luminose dello Spirito Santo - non è facile da
capire, è quasi uno scrittore 'ermetico', e per poterlo fare è necessaria una
certa preparazione anche per non incorrere in grossi malintesi.
In origine fariseo di grande preparazione
teologica e filosofica - come già detto in precedenza - egli ha saputo poi illustrare
talmente bene la Dottrina cristiana al punto che taluni asseriscono essere
stato lui il vero 'fondatore' del
Cristianesimo.
Si tratta di una assurdità detta da
persone che in molti casi si propongono di denigrare Gesù Cristo mettendolo un
gradino sotto San Paolo e ridimensionandolo così alla figura di un semplice uomo,
anche se, ‘magnanimamente’ gli danno atto di essere stato un grande ‘saggio’…
Lo stesso tipo di persone – di norma
‘teologi’ modernisti anche 'cattolici' - che hanno anche poi messo in dubbio
che Gesù sia mai storicamente esistito o che - se esistito - sia stato
idealizzato e 'fatto Dio' dai suoi primi ‘fanatici’ seguaci.
Lo scopo di queste teorie, smentite
peraltro da montagne di prove storiche contrarie, è anche quello recondito di ‘demitizzare’ Genesi e Vangeli (cioè ‘ripulirli’ dalle ‘scorie‘ ritenute 'mitiche',
come ad esempio quella del Peccato Originale, e quindi distruggere l’Immagine
di un Dio che si incarna in Gesù per redimerci da quello e dalle sue
conseguenze), 'demitizzazione' - in particolare ad opera anche di Rudolf Bultmann[3]-
che riguarderebbe anche la figura di Gesù, i suoi miracoli, la sua ‘pretesa’ di
essere Figlio di Dio, la sua Resurrezione, etc.
Lo scopo finale è insomma quello di ridurre la
Religione cristiana ad una dimensione umana e non più divina e quindi una
religione più o meno come le altre, anche se magari la più 'evoluta'.
Si tratta di uno - né il primo né
l'ultimo - dei tanti attacchi al Cristianesimo in questi 2000 anni di storia,
attacco che si è però rinvigorito negli ultimi due secoli anche grazie all'Illuminismo, al Razionalismo, al
Positivismo ed alla Massoneria anticattolica.
La realtà è molto più semplice, sol
che si voglia ammettere che i Profeti dell'Antico Testamento siano stati
ispirati da Dio.
Paolo è stato semplicemente un grande ispirato - come per altro
verso anche San Giovanni Apostolo – anzi, dopo
San Giovanni - Paolo è stato il primo
dei grandi ispirati del Nuovo Testamento.
Gesù - prima di ascendere al Cielo -
aveva promesso agli apostoli che avrebbe inviato lo Spirito Santo ad illuminare
e spiegare ciò che Egli aveva detto ma che essi ancora non avevano ben
compreso.
San Paolo - come da lui stesso
accennato in una sua epistola - era stato condotto in estasi da Dio al 'terzo
Cielo' ed aveva visto una parte importante della 'Verità'.
Ma certo non gli dovette poi mancare
- nello scrivere le sue epistole e nel suo apostolato - un'assistenza poderosa
da parte dello Spirito Santo.
Ma venendo ora alla ‘Lezione’ dello
Spirito Santo, oggetto di questo mio 'Pensiero', è Egli stesso che, commentando
questo brano, dice appunto che dalla parole di Paolo - ispirato - risplende la Misericordia di Dio.
Periranno all'Inferno - chiarisce lo Spirito Santo - solo
coloro che non vogliono riconoscere
alcuna legge, né naturale, né soprannaturale, né della Ragione.
Per altro verso, coloro che hanno conosciuto la Legge, cioè la
Dottrina Cristiana, e non hanno voluto
metterla in pratica, saranno condannati da quella stessa Legge, fatta per
salvarli, ma che essi hanno disprezzata.
Lo Spirito Santo approfondisce il concetto.
I
pagani che non
hanno conosciuto la Legge ma in maniera naturale e usando la ragione fanno, per rettezza di cuore e ascoltando la voce
della propria coscienza, quanto viene prescritto dai dettami della stessa -
pur non essendo consapevoli di fare la
volontà di Dio ma dimostrando di rispettare la legge incisa da Dio nelle
loro coscienze o meglio nel loro spirito - saranno
perdonati nel giorno del Giudizio.
Coloro che invece non intendono rispettare alcuna legge -
né naturale né umana, né soprannaturale - sono uomini di cattiva volontà, ribelli persino alla legge naturale dei dieci
Comandamenti che Dio ha inciso nelle loro anime.
Per costoro è dunque giusta la
condanna eterna.
Coloro che invece hanno conosciuto la legge cristiana ma non hanno voluto praticarla,
sprecando così il 'talento' ricevuto, verranno condannati.
Lo Spirito Santo chiarisce ancora
che i pagani che non hanno
conosciuto la legge cristiana ma hanno invece fatto di propria iniziativa ciò che la Legge impone, dimostrano in tal
modo che il loro spirito tende istintivamente a Dio e che essi sono dei
'giusti'.
Dio scruta nei loro cuori e quando
Gesù giudicherà le azioni segrete degli uomini, essi saranno perdonati.
Lo Spirito Santo aggiunge che questi
ultimi, i pagani non battezzati,
sono una moltitudine sterminata di
ogni nazione, tribù, popolo, lingua che - nell'ultimo
giorno, vale a dire quello del Giudizio universale - verranno perdonati e
salvati grazie ai meriti infiniti
del Sangue di Gesù Cristo che verrà
impresso come un sigillo su di loro a
premio del loro comportamento 'cristiano' pur non essendo essi mai stati
cristiani.
E se per i cristiani è il Battesimo che - se sono di buona
volontà - apre loro le porte del Paradiso subito dopo la loro morte o dopo
l’espiazione in Purgatorio, per i pagani
che senza saperlo si sono comportati secondo gli insegnamenti di Gesù Cristo, il loro 'battesimo' - anche se alla fine del mondo - sarà costituito dalle loro virtù, consacrati dal Crisma dei meriti del Salvatore.
Alla
fine del Tempo
i giusti pagani, pur non essendo stati battezzati ma avendo essi avuto una ferma fede di appartenenza alla loro
religione da essi ritenuta 'giusta', grazie ai meriti infiniti del
Salvatore verranno assolti per la virtù da
loro esercitata in vita e accederanno trionfalmente al Paradiso.
Né potrebbe essere altrimenti - conclude
lo Spirito Santo - perché in caso contrario Dio avrebbe frodato quei giusti non
cristiani che seppero essere virtuosi e darsi norme di comportamento giusto.
In Cielo solo alla fine del mondo?
Il premio di Dio - termina lo
Spirito Santo - può arrivare tardi, ma è
sempre certo.
San Paolo esprime un concetto
fondamentale: e cioè, indipendentemente
dalla religione professata, Dio salverà tutti coloro che avranno voluto fare il
bene.
C'era un tempo - e talvolta lo si
sente dire anche adesso - in cui molti cristiani pensavano che solo essi,
ovviamente se 'giusti, si sarebbero salvati in quanto il Sacramento del
Battesimo che rende cristiani è l'Acqua che deterge dalla Macchia di Origine e
che consente quindi l'ingresso nel Paradiso.
Partendo dall'idea che solo i cristiani - in quanto battezzati
possano un giorno, se vissuti da giusti, andare in Paradiso - si apre però un
grosso dilemma.
Se è Dio che ha creato il primo uomo, se Egli dota di un'anima spirituale
ogni embrione d'uomo concepito, se ogni
uomo - in quanto dotato di anima spirituale - è fatto ad immagine e somiglianza
di Dio, come mai Dio non dovrebbe
ammettere nel Paradiso le anime di
coloro che - magari nati e vissuti nei luoghi più sperduti del mondo
- non hanno avuto la possibilità di conoscere ed abbracciare la religione
cristiana facendosi battezzare per poter avere la 'chance' di andare in
Paradiso?
Lo Spirito Santo - chiarendo ancor
più il pensiero di Paolo - ci dà una risposta che rende onore alla Giustizia e
alla Misericordia di Dio: anche i
'giusti' pagani andranno in Paradiso, ma - in quanto non battezzati - ci andranno alla
fine del mondo quando il loro 'Battesimo' non sarà più quello costituito
dall'Acqua, ma dal Sangue di Gesù sparso dalla
Croce.
Come già detto, i pagani che non hanno conosciuto la Legge ma, in maniera naturale
e usando la ragione - fanno per rettezza di cuore e ascoltando la voce della
propria coscienza - quanto viene prescritto dai dettami della stessa (pur non essendo consapevoli di fare la
volontà di Dio ma dimostrando di rispettare la legge incisa da Dio nelle
loro coscienze o meglio nel loro spirito) saranno
perdonati nel giorno del Giudizio.
I pagani non battezzati - diceva
ancora lo Spirito Santo e qui lo ribadiamo - saranno una moltitudine sterminata di ogni nazione, tribù, popolo, lingua
che - nell'ultimo giorno, vale a dire
quello del Giudizio universale - verranno perdonati e salvati grazie ai meriti infiniti del Sangue di Gesù Cristo che verrà
impresso come un sigillo su di loro a premio del loro comportamento 'cristiano'
pur non essendo essi mai stati cristiani.
Ma - riflettendo noi - se i pagani non battezzati comportatisi in vita da 'giusti' potranno accedere al
Paradiso solo alla fine del mondo, dove sosteranno nel frattempo?
La Dottrina cristiana - allo stato
attuale delle cose e dal punto di vista del 'Dogma' - ammette per ora 'ufficialmente' tre sole dimore
dell'Aldilà: l'Inferno, il Purgatorio e il Paradiso.
Rimane però teologicamente aperto il
discorso sulla possibile esistenza del
Limbo che per tante ragioni verrebbe considerata opportuna e necessaria.
Ancorché il problema non sia stato
ad oggi ancora definito dogmaticamente, fin dai secoli passati la Chiesa aveva
ipotizzato, con risoluzioni dotate anche di grande autorità, l'ipotesi di questa quarta dimora, dove
avrebbero sostato i giusti non
battezzati o i bimbi nati morti
non battezzati o addirittura abortiti.
Ma - attenzione - il Limbo di cui si
parla nell'Opera valtortiana, non è la
parte di Limbo dove sostarono in attesa della Redenzione i Patriarchi (chiamato
anche ‘Seno di Abramo’ in quanto era la parte più vicina al Paradiso) dove
discese il Signore subito dopo la Redenzione, ma è invece il Limbo in genere dei giusti 'non battezzati'.
E' questo il concetto che emerge
dunque dall'Opera valtortiana dove le 'dimore' risulterebbero essere quattro: Inferno, Purgatorio, Paradiso e Limbo.
Delle quattro dimore solo due rimarranno però eterne dopo il Giudizio Universale, e cioè
il Paradiso e l'Inferno.
Dal contesto di vari brani
dell'Opera valtortiana emergerebbe comunque – con riferimento ai pagani non
battezzati – che coloro che si sono comportati da ‘giusti’ vanno nel Limbo, luogo di attesa serena nella
prospettiva beata del futuro Paradiso (ma dove la stessa attesa è anche
una forma di espiazione perché anche
un ‘giusto’ non è esente da peccati), mentre quelli non battezzati che non
hanno meritato l’Inferno ma neanche
si sono comportati da ‘giusti’ dovranno
sostare in Purgatorio per una vera e propria espiazione.
Questo fatto pone una domanda a cui
non saprei rispondere con sicurezza.
Non
è pensabile che questi ultimi, dopo aver adeguatamente espiato in Purgatorio,
salgano anch'essi finalmente al Limbo, così come i cristiani battezzati e salvi
in Purgatorio salgono poi in Paradiso?[4]
Nell'Opera principale di Maria
Valtorta: ‘L’Evangelo come mi è stato rivelato’, fra i tanti brani concernenti il Limbo vi è
un episodio ed una spiegazione di Gesù agli apostoli che è al riguardo
illuminante.[5]
La mistica vede Gesù in visione.
Egli è in cammino e - come era spesso solito fare, prendendo anche lo spunto da
episodi della quotidianità - impartisce degli insegnamenti agli apostoli che
Egli andava 'formando' per prepararli alla loro futura missione.
Egli spiega loro che Dio è Carità, la quale è il suo attributo
principale.
Dopo la fine del mondo - Egli
continua - non sopravvivrà altra virtù che la carità, ossia l'unione con il
Creatore di tutte le creature che hanno vissuto con giustizia: non vi saranno
tanti Cieli, uno per gli ebrei, uno per i cristiani, uno per i cattolici, uno
per i Gentili e i pagani, ma vi sarà un solo Cielo e un solo premio: Dio, il
Creatore che si ricongiunge ai suoi creati che si sono comportati da giusti.
Dunque un solo Signore, non un Dio
per ogni religione.
Aggiunge
però ancora Gesù
parlando agli apostoli (i 'grassetti' sono i miei):
«Ora vi rivelo una grande verità. Ricordatevela. Trasmettetela ai vostri successori.
Non attendete sempre che lo Spirito
Santo rischiari le verità dopo anni o secoli di oscurità. Udite.
Voi forse direte: 'Ma allora che
giustizia c'è ad essere della religione santa, se saremo alla fine del mondo ugualmente trattati, come lo saranno i
Gentili?'
Vi rispondo: la stessa giustizia che
c'é, ed è vera giustizia, per coloro che, pur essendo della religione santa,
non saranno beati perché non saranno vissuti da santi.
Un
pagano virtuoso,
soltanto perché visse con virtù eletta, convinto che la sua religione era
buona, avrà alla fine il
Cielo. Ma quando? Alla fine del mondo, quando delle quattro dimore dei trapassati due sole sussisteranno, ossia il
Paradiso e l'Inferno. Perché la Giustizia, in quel momento, non potrà che
conservare e dare i due regni eterni a chi dall'albero del libero arbitrio
scelse i frutti buoni o volle i frutti malvagi.
Ma
quanta attesa
prima che un pagano virtuoso giunga
a quel premio...
Non ve lo pensate? E questa attesa, specie dal momento in
cui la Redenzione, con tutti i suoi conseguenti prodigi, si sarà verificata, e l'Evangelo
sarà predicato nel mondo, sarà la
purgazione delle anime che vissero da
giuste in altre religioni ma non poterono entrare nella Fede vera dopo averla conosciuta come esistente e
di provata realtà.
Ad
essi il limbo
per i secoli e secoli sino alla fine del mondo.
Ai
credenti del Dio vero che
non seppero essere eroicamente santi, il
lungo Purgatorio; e per alcuni potrà avere termine alla fine del mondo. Ma dopo l'espiazione e l'attesa, i buoni, quale che sia la loro provenienza,
saranno tutti alla destra di Dio; i malvagi, quale che sia la loro provenienza, alla sinistra e poi nell'Inferno
orrendo, mentre il Salvatore entrerà con i buoni nel Regno eterno».
Ecco dunque perché il 'proselitismo'
- ovviamente inteso correttamente come apostolato non invadente - non è ‘una
solenne sciocchezza', come taluni hanno detto.
Il vero cristiano deve fare decisamente
apostolato come raccomandato ancora una
volta da Gesù prima di ascendere al Cielo: e ciò per far sì che i 'pagani'
- una volta battezzati - possano
divenire 'cristiani' e accedere in tal modo al Cielo senza attendere la fine
del mondo.
E questa è vera …carità.
Sento a questo punto sorgere
spontanea una domanda: 'Che ne è allora di tutti i bimbi non nati, o di quelli
nati ma - innocenti - non
battezzati? Per non dire dei bimbi volutamente abortiti?'
Tutti
salvi nel Limbo,
spiega Gesù in un altro brano. Essi infatti non sono 'chiesa' nel senso stretto
della parola, ma lo sono avendo ricevuto da Dio l'anima ed essendo morti innocenti in un martirio di sangue.
Ecco perché - spiega sempre Gesù - sarà grave e severissimo il Giudizio di Dio
nei confronti di coloro che - senza poi pentirsi profondamente - sopprimono una
vita, anche embrionale, o appena venuta alla luce, vietandole così di ricevere il Sacramento del Battesimo che leva la
Colpa di origine.
Il rigore divino è giustificato dal fatto che per secoli
e millenni quelle anime innocenti vengono separate da Dio, in uno stato non di pena, ma neppure di vero gaudio.
Sommario
dei 'Pensieri a
voce alta' (dal n.
095 al 117) che - con frequenza il sabato o la domenica -
vengono di volta in volta inseriti
nella Sezione 'Pensieri a voce alta'
del mio Sito http://www.ilcatecumeno.net/pensieri.htm, da dove potranno essere liberamente scaricati, come
pure su Gloria.tv.
095.
Pensiero introduttivo.
096.
L'Aurora della Stella del mare. Il Tempo di Maria. (Parte prima)
097. San
Paolo. Alcuni episodi salienti della sua vita avventurosa.
098.
Paolo: ebreo, israelita, ardente nelle pratiche mosaiche e
farisaiche,
fanatico, intransigente sino all'ingiustizia…
099.
Pentecoste. La discesa dello Spirito Santo nel Cenacolo su Maria S.S. e sugli
Apostoli.
100. La doppia natura di Gesù, vero
Dio e vero Uomo.
101. Il
Giusto vive di fede.
102.
L'Aurora della Stella del mare. Il Tempo di Maria. (Parte seconda)
103. La
'seconda venuta'. «Quando verrò?... Verrò…! Non avrò nuova carne poiché ne ho
già una perfetta… Evangelizzerò, non come evangelizzai, ma con forza nuova…»
104. La
negazione del Dio Creatore e l'Evoluzionismo.
105. I negatori dell'Eucarestia ed i
satanisti… 'credenti'.
106. Le 'anime-vittima' per la
salvezza del mondo.
107. Non giudicare!
108. Le tribolazioni e l'angoscia
del grande peccatore in vita e le
pene dell'inferno.
109. Le quattro dimore dell'Aldilà.
Paradiso, Inferno, Purgatorio e Limbo.
110. Dio vuole la circoncisione dei
cuori e di fronte ai ministri boriosi
che ostentano sapienza prende dei 'laici' che - pur essendo
umili ed ignoranti - diventano 'sapienti' per ispirazione diretta di Dio che li
istruisce.
111. Tutti gli uomini peccano perché
non hanno il 'Timor di Dio'.
112.
Prima ancora che Dio creasse, Egli aveva già in mente il Peccato della futura
Umanità e il rimedio per salvarla, appunto il 'Verbo-Dio-Uomo crocifisso': la
vittima sacrificale.
113. E'
per la sua fede in Dio e non per la circoncisione fisica che
Abramo ricevette la promessa di una
discendenza numerosa fra circoncisi ed incirconcisi.
114. Maria S.S., l'Arca dilettissima
di puro oro che ancor ci contiene così come
è da Noi contenuta….
115. La scala ascensionale della Creazione,
la cui perfezione è Gesù
Cristo, l'Uomo-Dio, che unisce in Sé la natura divina e
quella umana.
116. Il mio Essere si estende su
tutto l'Universo. La mia Luce bagna di Sé gli astri, i pianeti, i mari, le
valli, l'erbe, gli animali. La mia Intelligenza corre per tutta la Terra,
istruisce i lontani, dà a tutti un riflesso dell'Alto, educa alla ricerca di
Dio. La mia Carità penetra come il respiro e conquista i cuori.
117.
Porrò il mio Arcobaleno fra le nubi… e mi ricorderò del mio Patto…
[1]
M.V.: 'Lezioni sull'Epistola di Paolo ai Romani' - 16.01.48 - Centro Ed.
Valtortiano
[2]
Rm 2, 12: 12 Tutti quelli che
senza legge hanno peccato, senza legge periranno; e tutti quelli che sotto una
legge han peccato, saranno da essa condannati; 13 non quelli
infatti che ascoltano la legge son giusti dinanzi a Dio, ma quelli che la mettono in pratica saranno giustificati.
14 Quando i Gentili, che non hanno legge, fanno naturalmente ciò che la legge impone, non avendo legge, son legge a se stessi; 15 e mostrano che il tenor
della legge è scritto nel loro cuore,
testimone la loro coscienza ed i pensieri che a vicenda tra di loro accusano od
anche difendono, 16 nel
giorno in cui, secondo il mio Vangelo, Dio giudicherà per mezzo di Gesù Cristo
le azioni segrete degli uomini.
[3]
Rudolf Bultmann (1884-1976), tedesco, teologo protestante,
diede grande contributo scientifico allo sviluppo della scuola della
‘Formgeschichte’, ma il suo nome è legato soprattutto alla ‘demitizzazione’,
concetto che presume ricondurre a livello naturale e a dimensioni umane fatti e
persone del testo biblico a cui l’ignoranza ed il fanatismo religioso avrebbero
attribuito caratteri soprannaturali in un contesto ‘mitico’.
[4]
N.d.A.: Per maggiori ragguagli sul Limbo come inteso nell'Opera della grande
mistica, vedere fra i tanti brani - da 'L'Evangelo come mi è stato rivelato' di
Maria Valtorta - i seguenti: Capp. 157.4, 208.2, 300.4, 305.5, 406.7, 406.8,
406.9, 406.10, 406.11, 406.12, 444.6, 520.7, 534.4, 550.4
[5]
M.V.: 'L'Evangelo come mi è stato rivelato' in 10 volumi, Vol. VII, Cap. 444.6
- Centro Ed. Valtortiano