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> 113. È per la sua fede in Dio e non per la circoncisione fisica che Abramo ricevette la promessa di una discendenza numerosa fra circoncisi ed incirconcisi.

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Pubblicato da in Articoli di Guido Landolina ·
Tags: PENSIERI A VOCE ALTA
 
                                                                                                                                                    
             
    
 
 
 
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DI GUIDO LANDOLINA
 
 
Commenti di Guido Landolina alle
 
LEZIONI SULL'EPISTOLA DI PAOLO AI ROMANI
 
scritte dalla mistica  Maria Valtorta sotto dettatura dello Spirito Santo
 
(pubblicazione il sabato o la domenica)
 
 
 
(19 di 23)
 
 
CENTENARIO FATIMA 13 MAGGIO 1917-13 MAGGIO 2017

 
 
 
113. E' per la sua fede in Dio e non per la circoncisione fisica che Abramo ricevette la promessa di una discendenza numerosa fra circoncisi ed incirconcisi.

 
 
Faccio seguito al mio precedente

 
 
112. Prima ancora che Dio creasse, Egli aveva già in mente il Peccato della futura Umanità e il rimedio per salvarla, appunto il 'Verbo-Dio-Uomo crocifisso': la vittima sacrificale.
 
 
Nella attuale 'lezione' prenderò in considerazione il Cap. 4 dell'Epistola di Paolo ai romani'.[1]
 
Non è facile commentare questo brano riportato a piè di pagina, ma cercherò di farlo chiarendo prima alcuni concetti di base, o meglio alcuni significati della 'terminologia' paolina che qui ancora una volta ricorre.
 
Come avrete infatti rilevato fino ad ora, nel linguaggio di Paolo appaiono parole quali 'giusto', 'giustificato', 'imputare a giustizia', termini che possono lasciare incerte persone come me che commento e come voi che leggete, anche perché il significato di questi termini può cambiare leggermente a seconda del contesto in cui essi sono inseriti nella frase, come appunto in questo capitolo della 'Lettera ai romani'.
 
Per dirla allora con parole mie preciserò allora che:
 
- essere 'giusti' significa essere 'amici di Dio' facendone la Volontà.
 
- essere 'giustificati da Dio' significa vedersi riconosciuto da Dio non solo il perdono ma anche lo stato di amicizia con Lui che è quello che salva.
 
- quando Dio 'imputa' qualche cosa o azione dell'uomo 'a giustizia' dell'uomo stesso, significa che - per quella certa cosa od azione -  Dio, gratuitamente, conferisce all'uomo le qualità ed i benefici del giusto.
 
Ora - chiarendo io ulteriormente quanto Paolo ci spiega - Abramo non fu 'giustificato' agli occhi di Dio dalle sue opere ma dalla fede che egli aveva riposto in Lui.
 
La circoncisione che Dio suggerì ad Abramo quale simbolo della reciproca alleanza, valida anche per la sua progenie che sarebbe stata circoncisa, non fu causa - di per se stessa - di 'giustificazione' davanti agli occhi di Dio, ma lo fu invece la Fede di Abramo in Dio, già prima della circoncisione.
 
La circoncisione - spiega San Paolo - fu solo il sigillo della 'giustificazione' ricevuta da Dio che, grazie alla sua fede, lo considerò 'amico' Suo.
 
Pertanto è per la sua fede in Dio che Abramo ricevette la Promessa di una discendenza numerosa fra circoncisi ed incirconcisi, perché è grazie alla sua fede incrollabile nella potenza e lealtà di Dio che egli credette, contro ogni evidenza, che Dio avrebbe assicurato una discendenza a lui, sebbene centenario, e alla moglie Sara, ormai novantenne e sterile.
 
La promessa di discendenza spirituale che Dio fece dunque ad Abramo dipese dall'avergli 'imputato a giustizia' la sua fede incrollabile, al di là di ogni evidenza fisica, in considerazione appunto dell'età centenaria che faceva pensare il contrario.
 
Ma lo stesso - conclude Paolo - vale per noi che non siamo 'giusti' ma a cui verrà 'imputata a giustizia' la nostra fede in Dio e in Gesù Cristo il quale si è offerto alla morte di Croce, per ottenere a noi la 'giustificazione', vale a dire in questo caso: il perdono per i nostri peccati, riaprendoci in tale modo le porte del Paradiso che ci erano state chiuse dopo il Peccato originale.
 
Lo Spirito Santo commenta ora[2] l'intero Cap. 4 dell'Epistola ai romani del cui commento io ho dato sopra - per semplificare come al solito - la mia 'personale' interpretazione e parafrasi.
 
Egli spiega che Abramo fu il Padre di tutti i credenti, vale a dire di coloro che per il loro essere dei 'giusti' meritano di sentire le parole di Dio, le sanno comprendere, vi credono e ne eseguono i comandi.
 
Dio esercita i suoi richiami su qualsiasi uomo, anche se non della religione giusta, e persino sul 'selvaggio' che rispetta nel cuore Dio in maniera embrionale.
 
Purtroppo l'uomo, il più delle volte, scambia il richiamo di Dio per la voce della propria coscienza o meglio con la voce del proprio 'rimorso' che si fa sentire dal proprio inconscio.
 
Nei primi tempi dell'Umanità l'uomo sapeva riconoscere la voce di Dio, come era del resto successo allo stesso Caino, ma con l'imbarbarimento spirituale successivo, con la sua caduta sempre maggiore dovuta non solo al Peccato originale ma alle conseguenze del Peccato stesso sulla discendenza, ecco che questa capacità di percezione venne meno.
 
L'uomo odierno - che si ritiene un superuomo - ha in realtà perduto ogni capacità di udire Dio perché in realtà non lo vuole udire, preferendogli la voce di Satana.
 
Abramo, profondo credente in Dio, aveva invece tutti i requisiti per sapere riconoscere la voce di Dio nel suo spirito ed obbedire alle sue richieste.
 
Egli credette, e questa sua fede gli fu appunto 'imputata a giustizia'.
 
Dio lo giudicò degno della Promessa di discendenza proprio per la sua fede, prima della circoncisione.
 
La Fede fu dunque una circoncisione mistica, atta a meritare il Patto di Alleanza con Dio.
 
Non serve il rito materiale di circoncisione se poi non si crede in Dio e non se ne fa la volontà.
 
Non serve essere circoncisi nella carne, o essere 'registrati' come battezzati cristiani o cattolici, se non vi è una vera sudditanza a Dio nel cuore degli uomini.
 
È la fede in Dio, e nelle sue volontà che vengono eseguite, quella che ci rende forti contro le tentazioni dell'io, del mondo e di Satana.
 
È sempre questa fede quella che fa sì che Dio ci perdoni le cadute e le nostre opere imperfette.
 
Chi ha fede - per i cristiani - è colui che crede in Gesù Cristo figlio del Padre e nella sua veste di Salvatore e Redentore.
 
Chi ha fede crede anche nello Spirito Santo, cioè la Terza Persona di Dio Uno e Trino.
 
Chi crede nello Spirito Santo ama, chi crede e ama ha Dio in sé, e chi ha Dio in sé non può conoscere la morte eterna, avendo in sé la Vita.
 
 
Dalle spiegazioni dello Spirito Santo valtortiano - a commento del Cap. 4 dell'Epistola di Paolo ai romani - abbiamo comunque compreso:
 
1) Dio è Dio di tutti gli uomini: giudei, cristiani, islamici, pagani, circoncisi od incirconcisi che siano.
 
2) La vera circoncisione a sugello del Patto di Alleanza stipulato fra Dio ed Abramo, non è quella fisica ma quella del cuore che consiste nell'amare Dio e nel fare la sua volontà mediante le opere.
 
3) Dio, proprio perché è Dio di tutti gli uomini, li ispira tutti, ma sono gli uomini che non vogliono ascoltare la sua voce interiore anche perché - ormai decaduti a causa dei loro peccati - essi non hanno più la 'sensibilità' spirituale per saper riconoscere la 'voce' di Dio.
 
4) Quando Dio - che scruta il cuore anche dei pagani - scorge in essi la sincera volontà di obbedire alla legge naturale impressa da Dio stesso nelle loro anime e li vede ansiosi di onorare il vero Dio ad essi ignoto, allora Egli fa loro dono della fede, fede nella loro religione creduta da essi come vera. È grazie a questa fede che essi si rafforzano ancora di più, trovando in essa alimento per la propria salvezza eterna, così come per i cristiani è la fede in Gesù Cristo quella che li spinge a seguirne gli insegnamenti e quindi a salvarsi.
 
La fede è dunque una sorta di 'circoncisione mistica' che avvicina l'uomo a Dio.
 
   
 
 
Sommario
 
dei 'Pensieri a voce alta' (dal n. 095 al 117) che - con frequenza il sabato o la domenica - vengono di volta in volta inseriti nella Sezione 'Pensieri a voce alta' del mio Sito (QUI), da dove  potranno essere liberamente scaricati, come pure su Gloria.tv. (QUI)
 
 
 
095. Pensiero introduttivo.
 
 
096. L'Aurora della Stella del mare. Il Tempo di Maria. (Parte prima)
 
 
097. San Paolo. Alcuni episodi salienti della sua vita avventurosa.
 
 
098. Paolo: ebreo, israelita, ardente nelle pratiche mosaiche e
 
farisaiche, fanatico, intransigente sino all'ingiustizia…
 
 
099. Pentecoste. La discesa dello Spirito Santo nel Cenacolo su Maria S.S. e sugli Apostoli.
 
 
100. La doppia natura di Gesù, vero Dio e vero Uomo.
 
 
101. Il Giusto vive di fede.
 
 
102. L'Aurora della Stella del mare. Il Tempo di Maria. (Parte seconda)
 
 
103. La 'seconda venuta'. «Quando verrò?... Verrò…! Non avrò nuova carne poiché ne ho già una perfetta… Evangelizzerò, non come evangelizzai, ma con forza nuova…»
 
 
104. La negazione del Dio Creatore e l'Evoluzionismo.
 
 
105. I negatori dell'Eucarestia ed i satanisti… 'credenti'.
 
 
106. Le 'anime-vittima' per la salvezza del mondo.
 
 
107. Non giudicare!
 
 
108. Le tribolazioni e l'angoscia del grande peccatore in vita e le
 
pene dell'inferno.
 
 
109. Le quattro dimore dell'Aldilà. Paradiso, Inferno, Purgatorio e Limbo.
 
 
110. Dio vuole la circoncisione dei cuori e di fronte ai ministri boriosi che ostentano sapienza prende dei 'laici' che - pur essendo umili ed ignoranti - diventano 'sapienti' per ispirazione diretta di Dio che li istruisce.
 
 
111. Tutti gli uomini peccano perché non hanno il 'Timor di Dio'.
 
 
112. Prima ancora che Dio creasse, Egli aveva già in mente il Peccato della futura Umanità e il rimedio per salvarla, appunto il 'Verbo-Dio-Uomo crocifisso': la vittima sacrificale.
 
 
113. E' per la sua fede in Dio e non per la circoncisione fisica che
 
Abramo ricevette la promessa di una discendenza numerosa fra circoncisi ed incirconcisi.
 
 
114. Maria S.S., l'Arca dilettissima di puro oro che ancor ci contiene così come
 
è da Noi contenuta….
 
 
115. La scala ascensionale della Creazione, la cui perfezione è Gesù
 
Cristo, l'Uomo-Dio, che unisce in Sé la natura divina e quella umana.
 
 
116. Il mio Essere si estende su tutto l'Universo. La mia Luce bagna di Sé gli astri, i pianeti, i mari, le valli, l'erbe, gli animali. La mia Intelligenza corre per tutta la Terra, istruisce i lontani, dà a tutti un riflesso dell'Alto, educa alla ricerca di Dio. La mia Carità penetra come il respiro e conquista i cuori.
 
 
117. Porrò il mio Arcobaleno fra le nubi… e mi ricorderò del mio Patto…
 
 

 
   
 
[1] Rm 4, 1-25: 1Qual vantaggio secondo la carne, direm noi, ha dunque ottenuto Abramo nostro padre? 2Se Abramo è stato giustificato dalle opere, egli ha di che gloriarsi, ma non dinanzi a Dio. 3Infatti che dice la Scrittura? «Abramo credette a Dio, e gli fu imputato a giustizia». 4Or a colui che lavora, la mercede non è computata come grazia, ma come cosa dovuta; 5invece a colui che non opera, ma crede in colui che giustifica l’empio, la fede gli è imputata a giustizia, secondo il proponimento della grazia di Dio. 6Così pure anche David proclama beato l’uomo al quale Dio imputa la giustizia, indipendentemente dalle opere: 7Beati coloro ai quali sono perdonate le iniquità, i peccati dei quali sono stati ricoperti. 8Beato l’uomo a cui Dio non imputa il peccato. 9Questa beatitudine è soltanto per i circoncisi, od anche per gli incirconcisi? Siccome diciamo che ad Abramo la fede fu imputata a giustizia, 10in che modo gli fu dunque imputata? Quando era circonciso, o quando era incirconciso? Non dopo, ma avanti la circoncisione. 11E il segno della circoncisione che poi ricevette, fu il sigillo della giustizia ottenuta per la fede, prima della circoncisione, per essere il padre di tutti i credenti incirconcisi, affinché (la fede) sia imputata anche ad essi a giustizia, 12e padre dei circoncisi, di quelli che non sono soltanto circoncisi, ma seguono anche le orme della fede che il nostro padre Abramo aveva quand’era incirconciso. 13Difatti non in virtù della legge fu promessa ad Abramo l’eredità dell’universo, ma per la giustizia della fede. 14Or se eredi son quelli che han la legge, è vana la fede, è annullata la promessa, 15perché la legge produce l’ira, mentre dove non c’è legge non c’è neppure trasgressione. 16Deve dipendere adunque dalla fede la promessa, affinché sia gratuita e assicurata a tutta la discendenza, non soltanto a quella che è dalla legge, ma anche a quella che è dalla fede di Abramo, il quale è padre di noi tutti, 17(secondo quello che sta scritto: Ti ho costituito padre di molte nazioni), padre davanti a Dio, nel quale credette, che fa rivivere i morti e chiama le cose che non sono come se esistessero. 18Sperando contro ogni speranza, Abramo credette in modo da divenire padre di molte nazioni, secondo quello che gli era stato detto: Tale sarà la tua discendenza. 19Egli, senza vacillar nella fede, non guardò al suo corpo impotente, avendo quasi cent'anni, né al seno di Sara infecondo; 20ma dinanzi alla promessa di Dio non esitò diffidando; reso invece forte dalla fede, dié gloria a Dio, 21assolutamente convinto che è sì potente da effettuare qualunque cosa abbia promessa. 22Ecco perché (la sua fede) gli fu imputata a giustizia. 23Or non per lui soltanto è scritto che gli fu imputata a giustizia, 24ma anche per noi, ai quali sarà imputata la fede in Colui che ha suscitato da morte Gesù Cristo Signor nostro, 25il quale è stato dato a morte pei nostri peccati e risuscitò per la nostra giustificazione.
 
 
 
[2] Maria Valtorta: 'Lezioni sull'Epistola di Paolo ai romani' - 1.2.1948 - Centro Ed, Valtortiano
 
 



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